• DAVIDE ALLODI • CAROLINA CORNO • GINEVRA CRIPPA •

DAVIDE ALLODI • CAROLINA CORNO • GINEVRA CRIPPA

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Davide K. Allodi, Carolina Corno e Ginevra Crippa in una mostra collettiva a cura di Pierluigi Buglioni, ospitata da Graziano Zecchillo presso l’ex studio di Piero Manzoni.

Cosa tiene uniti i riflessi, i bagliori, le anatomie, i sogni, i segni di Carolina, Davide, Ginevra e di tutti coloro che ancora oggi guardano il mondo attorno fermandosi per un breve lungo istante? Sono le palpitazioni del foglio, dilatazioni di un sogno che si sottrae alle facili tecnologie interattive per transitare ancora attraverso l’iride e il cuore nella pelle della notte e del giorno dove transitano i loro passi di gioia o tristezza.

Carolina nel Mantra del suo nome si tinge di mistica insistenza cercando il bordo del foglio o il centro del suo labirinto interiore. Matassa di luce e d’ombra tinge le sillabe del proprio nome allontanandosi dalla cifra originaria per abitare il sogno di un nome non ancora pronunciato…il suo nome senza confini o limiti di pronuncia. Fonetica dell’io ripetuta nell’inchiostro vorticoso su di un foglio infinito. Il suo nome è scrittura per la terra o il cielo, evasione anagrafica nel silenzio mnemonico del nome.

Davide cerca nella nigredo del piombo o della grafite una lingua di luce che invochi le mani giunte dei santi o degli anacoreti in preghiera, ignoti e imploranti. Genuflessione del corpo e del volto, rapidi bagliori dal fondo di una carta che ferisce o si lascia ferire nelle tasche di una quotidianità amara o dolce sospesa tra redenzione e condanna davanti ad un mondo che non merita disprezzo e che ancora una volta si affiderà all’oro delle cornici che già hanno trattenuto sogni, vite, ricordi di una umanità perdente ma pur sempre in cerca di un ultima lacerata redenzione laica o religiosa.

Ginevra chiude le porte dietro di se o davanti a noi? Lascia pochi spiragli o fessure di luce o è dominata dalla luce che non è dato vedere perché celata dietro alla porta? Quale sarà il segreto di quelle stanze? Cosa cela il desiderio di origliare su quei legni che si chiudono sulle acque di una Venezia crepuscolare o nell’underground di qualche metropolitana senza nome? Preda facile per lo psicologo freudiano, a noi piace pensarla prima di Freud o Jung incisa nel segreto di una carta liscia o ruvida. La delicatezza del segno si perde nel sogno di un racconto antico senza tempo…a porte chiuse.

Omar Galliani,

Freccia Rossa, Milano Centrale Reggio Emilia A.V. 13/6/2016, ore 17.40.

 

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